LEGALE – La critica a un superiore è causa di licenziamento?

LEGALE – La critica a un superiore è causa di licenziamento?

criticare il capo non è motivo di licenziamentoLa risposta è no. Contestare il proprio superiore gerarchico o denunciare eventuali suoi abusi, non è un comportamento scorretto, di infedeltà e di insubordinazione e non lede l’immagine dell’azienda. Il dipendente può infatti esercitare il diritto di critica, purché questo rimanga nei limiti del rispetto.

Così stabilisce una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21649. del 26 ottobre 2016), che ha giudicato illegittimo il licenziamento per giusta causa a un dipendente che aveva criticato il proprio superiore senza trascendere in parole offensive e continuando a mantenere la disponibilità e l’impegno di sempre sul posto di lavoro.

Il lavoratore aveva inviato una lettera ai datori di lavoro, denunciando una serie di abusi e comportamenti offensivi subiti da parte del proprio superiore gerarchico, e validando inoltre la sua accusa con il parere di un avvocato penalista, che paventava l’avvio di un’azione legale.

La reazione dell’azienda, culminata nel licenziamento, è stata quindi ritenuta esagerata e immotivata per il fatto compiuto, considerato il comportamento del tutto corretto del dipendente.